Il Sindaco Melucci ha emanato un’ordinanza urgente verso Acciaierie d’Italia.
La presenza costante di polveri e benzene è diventata una sofferenza quotidiana per Taranto, tanto che gli aumenti dei livelli di inquinamento registrati di volta in volta non hanno più un impatto significativo. Non c’è più nessuna sorpresa tra gli abitanti della città, solo un diffuso senso di rassegnazione.
Registrazioni degli indici utili, ma solo a fini legali
Questi aumenti sono dovuti a fattori legali nei confronti dell’ex Ilva, noto prima come Arcelor Mittal e oggi come Acciaierie d’Italia. C’è qualche reazione di resistenza da parte degli abitanti, ma serve principalmente per mantenere alta l’attenzione sulla situazione anziché per provocare un cambiamento tangibile. Le persone cercano solo di tenere alta la guardia e continuano a lottare con giusta determinazione.
Nella Città dei Due Mari la situazione tra lavoro e salute è sbilanciata da tempo a favore del primo. Questa problematica coinvolge un gran numero di famiglie, ben oltre le dodicimila. Nonostante numerosi tentativi di ristabilire l’equilibrio perduto, tali sforzi si sono dimostrati inefficaci, a breve termine e con pochi risultati duraturi.
Il gesto del sindaco di Taranto
Il sindaco Rinaldo Melucci, nel suo ruolo di garante della salute pubblica, ha emesso un’ordinanza d’urgenza per richiedere ad Acciaierie Italia e Ilva (in amministrazione straordinaria) di identificare le fonti responsabili dell’aumento del livello di benzene.
Il primo cittadino, infatti, ha dichiarato di aver ricevuto “dall’Asl evidenze rispetto al rischio per la popolazione, in particolare riguardo al danno provocato dall’aumento della media annuale della concentrazione di benzene“.